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Noto Barocca: Tra Rinascita, Architettura e Tradizione Siciliana

Il nostro hotel nasce in uno dei gioielli più affascinanti della Sicilia: Noto, la città che incarna lo splendore del barocco in ogni pietra, facciata e scorcio panoramico. Passeggiare per le sue vie è come entrare in un teatro a cielo aperto, dove la storia incontra la bellezza in un equilibrio perfetto.


Con i suoi 550,86 km² di superficie, il comune di Noto occupa oltre un quarto della Provincia di Siracusa ed è il più grande comune della Sicilia e il quarto d'Italia. Il territorio è, per la maggior parte, collinare. Le montagne, a nord, appartengono all'altipiano dei monti Iblei.

 

Nella costa, bassa e sabbiosa nella totalità, a parte brevissimi tratti frastagliati, sono situate le pianure. Probabilmente di origine alluvionale, la piana di San Paolo, nell'entroterra, è la più vasta pianura del territorio, nonché la più intensamente coltivata. Noto confina a sud con Pachino, a nord-est con Avola e Siracusa, a nord con Palazzolo e Canicattini, a ovest con Modica, Rosolini e Ispica.


L'aspetto dell'agro netino è caratterizzato in prevalenza dalla macchia mediterranea, e dagli uliveti e mandorleti in zona collinare, dai vasti agrumeti e vigneti nella piana di San Paolo, mentre in montagna, ampi pascoli si alternano a tracce di macchia mediterranea, con secolari lauri, querce, frassini e lecci. La conformazione del territorio ha permesso un più ampio sviluppo dell'agricoltura a sud e dell'allevamento a nord.


Il sito originario della città, Noto antica, si trova 8 km più a nord, sul monte Alveria. Qui si ritrovano i primi insediamenti umani, che risalgono all'età del Bronzo Antico o Castellucciana (2200-1450 a.C.), come testimoniato dai reperti archeologici rinvenuti. Secondo un'antica leggenda, Neas, che sarebbe stato il nome della Noto più antica, avrebbe dato i natali al condottiero siculo Ducezio, che nel V secolo a.C. avrebbe difeso la città dalle incursioni greche. Questi la trasferì dall'altura della Mendola al vicino monte Alveria, circondato da profonde valli, in una delle quali scorre la fiumara di Noto. Ben presto Neas o Neaton, ormai ellenizzata nei costumi, entrò a far parte della sfera d'influenza siracusana.


Secondo Polibio e Tito Livio, Neaton fu una colonia siracusana durante il regno di Gerone II, riconosciuta nel 263 a.C. dai Romani con un trattato di pace. Il Ginnasio, le mura megalitiche e gli Heroa ellenistici convalidano le ipotesi degli storici.

 

Nel 214 a.C. circa, Neaton aprì le sue porte all'esercito del console romano Marco Claudio Marcello, e venne così riconosciuta come città alleata dai Romani (che la chiamavano Netum) come Taormina e Messina. In quanto tale i Romani concessero ai netini un proprio senato, tanto che ancora oggi, nei palazzi e nei portali risulta presenta la scritta SPQN (Senatus PopulusQue Netinus).


La rinascita dopo il terremoto


L'11 gennaio del 1693 la città, allora nel suo pieno splendore, fu distrutta dal terremoto del Val di Noto, in cui morirono circa 1000 persone. Subito dopo il terribile evento Giuseppe Lanza, duca di Camastra, nominato vicario generale per la ricostruzione del Val di Noto, stabilì di ricostruire la città in altro sito 8 km più a valle, sul declivio del monte Meti. Nel piano di costruzione della città intervennero diverse personalità, indicate dai documenti e dalla tradizione: dall'ingegnere militare olandese Carlos de Grunenbergh, al matematico netino Giovanni Battista Landolina, al gesuita fra' Angelo Italia, all'architetto militare Giuseppe Formenti; ma, al di là del piano urbanistico, è da tenere presente che la città attuale è il risultato dell'opera di numerosi architetti (Rosario Gagliardi, Paolo Labisi, Vincenzo Sinatra, Antonio Mazza), capimastri e scalpellini, che, durante tutto il XVIII secolo, realizzano questo eccezionale ambiente urbanistico.


Un barocco che racconta emozioni


Le chiese, i palazzi nobiliari, i balconi scolpiti e le scalinate scenografiche sono espressione di un barocco unico, detto "Barocco Siciliano".

Le curve morbide, i dettagli esuberanti, i giochi di luce e ombra sulle pietre calcaree dorate parlano di un'epoca che ha voluto stupire, incantare, affascinare.


Tra i luoghi imperdibili:


Porta Reale, l'ngresso monumentale alla città, con la sua struttura imponente, segna il confine tra la Noto antica e la nuova, ed è uno dei punti fotografici più suggestivi;

La Cattedrale di San Nicolò, con la sua imponente scalinata e la facciata che domina Corso Vittorio Emanuele.

Palazzo Ducezio, sede del municipio, che con la sua eleganza curvilinea è un esempio perfetto dell’armonia barocca;

Via Nicolaci, famosa per i suoi balconi decorati con figure grottesche e mitologiche, e per essere teatro dell’Infiorata, un evento unico che ogni maggio trasforma la via in un tappeto di fiori.

Palazzo Villadorata, esempio magnifico di dimora nobiliare barocca, noto per la sua facciata decorata e i suoi balconi incantati, scolpiti in pietra con motivi floreali e animali fantastici.

Chiesa di Santa Chiara, un tempo convento, oggi ospita esposizioni e concerti, è un luogo che unisce arte, storia e cultura, con una facciata semplice, ma un interno ricco di dettagli barocchi.

La Chiesa di San Carlo al Corso, un gioiello barocco con interni riccamente decorati, dove stucchi e affreschi raccontano le devozioni di un’epoca fatta di fede profonda e arte sublime.

Teatro Comunale Tina Di Lorenzo

Non solo architettura: questo teatro storico è testimone della vita culturale di Noto, con la sua struttura elegante e gli eventi che animano la città.


Noto oggi: un tesoro da vivere


Nel 2002, il centro storico di Noto è stato riconosciuto Patrimonio Mondiale dell’Umanità dall’UNESCO, a conferma del suo valore universale.

La città continua a vivere con orgoglio la sua storia, offrendo ai visitatori un’esperienza immersiva tra arte, cultura, tradizione e sapori locali.


Il nostro hotel, situato al centro della città, è il punto di partenza ideale per esplorare Noto con calma e profondità. Possiamo accompagnarti nella scoperta di itinerari esclusivi, visite guidate personalizzate e consigli sui migliori ristoranti e botteghe artigiane della zona.


 Perché Noto non si guarda soltanto: si vive.